Giorgione: vita e opere
Giorgio o Zorzi da Castelfranco, detto il Giorgione, è un pittore italiano nato a Castelfranco Veneto nel 1478 e morto a Venezia nel 1510.
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La vita
Il suo nome divenne celebre subito, lui vivente. Tuttavia col tempo, la sia biografia fu avvolta dalla leggenda e si creò il mito del Giorgione. In particolare, nel corso del ‘600 la sua biografia venne talmente contaminata con elementi fantasiosi e il corpus delle sue opere accresciuto con pezzi in gran parte falsi da mettere in dubbio l’esistenza stessa del pittore. Sono stati gli studiosi ottocenteschi come il Cavalcaselle (J.A. Crowe -G.B. Cavalcaselle, A history of painting in North Italy, London, 1871) e il Morelli (I. Lermolieff [G. Morelli], Die Werke italienischer Meister, in den Galerien von München, Dresden und Berlin, Leipzig, 1880) a ridare autenticità storica al Giorgione.
Incerta la sua data di nascita: forse il 1478; incerto il suo nome (Georgione da Castel Franco; Giorgio da Castelfranco; Zorzo da Castelfrancho pictore; Zorzi da Castelfranco; Zorzi da Castelfrancho; Giorgio Barbarella, Barbarelli; maistro Zorzi da Chastelfrancho per el depenzar dil fondego; maistro Zorzi da Chastelfrancho; m.o Zorzi; el Zorzon; che ditto Zorzo morì più di fanno da peste; Giorgione; Giorgio Barbarella celeberrimo pittore;… e non mai abastanza commentado pennello di Giorgio Barbarella cittadino di Castel Franco; Giorgio – Zorzi Cigna); incerta la sua orgine: lombarda o veneta; incerte le sue opere: quasi nessuna firmata e di significato spesso enigmatico e indecifrabile; incerta anche la sua morte: forse il 1510. Sappiamo che fu allievo di Giovanni Bellini.
Nella descrizione che ne dà il Vasari (G. Vasari, Le vite de piu eccellenti architetti, pittori, et scultori italiani, da Cimabue insino a’ tempi nostri: descritte in lingua toscana, da Giorgio Vasari pittore aretino. Con vna sua vtile & necessaria introduzzione a le arti loro, Firenze, Torrentino, 1550), si direbbe che era una creatura grande, forte, bella ed estremamente sensibile: «Dalle fattezze della persona e dalla grandezza dell’animo chiamato poi col tempo Giorgione».
Solo all’inizio del XIX secolo si potè conoscere qualcosa in più: l’abate Morelli infatti rinvenne presso la Biblioteca Nazionale Marciana un libretto di appunti redatto nel XVI secolo. Ritenuto prima anonimo, l’autore di questo libretto fu chiamato Anonimo Morelliano, fu in seguito identificato con Marcantonio Michiel, patrizio veneziano che nel suo manoscritto Notizia d’opere di disegno descrive con dovizia di particolari le sculture, pitture e disegni presenti nelle collezioni pubbliche e private del lombardo veneto.
Le opere principali
Le opere certe del Giorgione, secondo la critica, non sono più di tre: La Pala di Castelfranco, I tre filosofi, La tempesta. Le opere incerte, oltre trenta.
Pala di Castelfranco: Olio su tela, databile al 1503-1504. Il dipinto raffigura la Madonna col Bambino su un alto trono, a sua volta sopra un basamento che poggia su un sarcofago di porfido, con lo stemma della famiglia Costanzo. Probabilmente la volontà di far rivolgere uno sguardo triste e assorto al reale sarcofago, rappresentante il figlio morto, condizionò l’organizzazione iconografica della scena, creando quella che potrebbe essere definita come un’altissima piramide, con al vertice la testa della Vergine e alla base i due santi che si trovano in basso davanti ad un parapetto: a destra Francesco e a sinistra Nicasio, quest’ultimo identificabile dall’insegna dei cavalieri di Malta. In passato si erano fatti i nomi per quest’ultimo di san Giorgio o san Liberale, patrono della città di Treviso: più realisticamente si tratta di Nicasio venerato, spesso insieme a Francesco, soprattutto a Messina, città natale di Tuzio, anch’egli cavaliere di Malta: entrambi rivolgono il loro sguardo all’ipotetico osservatore, facendo da tramite tra il mondo reale e quello divino.
I tre filosofi: olio su tavola, databile al 1504-5. In un paesaggio naturale troviamo tre personaggi, un vecchio barbuto, un arabo e un giovane seduto. Nonostante l’ambiente sia quasi esclusivamente naturale, come tipico dell’epoca, troviamo un villaggio al centro della scena che si perde e si mimetizza nell’ambiente circostante formando un legame fra architettura e natura, con il quale il pittore vuole ribadire questo concetto di fusione e di importanza della natura stessa, dopo il periodo rinascimentale dove essa era stata quasi totalmente soppiantata dall’architettura. Sul fondo risalta una macchia azzurra posta fra le montagne dal significato quantomai misterioso. Alla sinistra della scena troviamo una caverna vuota, nella quale si scruta un accenno di luce, fissata con interesse dal giovane a terra che pare misurarla con strumenti geometrici. Come identificare quel giovane seduto al suolo e intento a calcolare qualcosa? E quell’adulto pensieroso, al punto da sembrare isolato dall’ambiente? E l’anziano che regge il cartiglio in atteggiamento solenne e enfatico? Tre magi o tre maghi? I simboli di tre scuole filosofiche? O le incarnazioni di tre diverse età mentali o di tre epoche storiche?
Sull’interpretazione di quest’opera, e una panoramica di storia della scienza:
La tempesta: olio su tela, databile al 1508-9. È stato definito il primo paesaggio della storia dell’arte occidentale, anche se il significato della scena non è chiaro. In primo piano, una donna seminuda allatta un bambino sulla destra, mentre un uomo in piedi li guarda, appoggiato ad un’asta sulla sinistra; fra le due figure sono rappresentate alcune rovine. Sullo sfondo invece c’è un paese che sta per essere investito da un temporale. I personaggi sono assorti, non c’è dialogo fra loro, sono divisi da un ruscelletto e lontani dalla città (su cui si scatena la furia divina). Chi è la donna che allatta, nuda, seduta sull’erba? Numerose sono le ipotesi sul significato dell’opera: da episodi biblici, come il ritrovamento di Mosè, a mitologici, Giove ed Io, ad allegorici, Fortuna, Fortezza e Carità. Le possibili interpretazioni sono molte (basate sulla lettura di episodi biblici, dottrine filosofiche…), ma nessuna di queste al momento sembra abbastanza soddisfacente. Ad esempio le interpretazioni basate sulla dualità (uomo – donna, città – ambiente naturale) hanno perso consistenza da quando è stato appurato radiograficamente che al posto dell’uomo era raffigurata una donna nuda. Questo celebre quadro ha ispirato anche scrittori ed è diventato oggetto di romanzi:
Sull’interpretazione dell’opera:
Questo è il giudizio del Vasari sull’opera di Giorgione:
Par il che messovi mano Giorgione, non pensò se non a farvi figure a sua fantasia per mostrar l’arte; ché nel vero non si ritrova storie che abbino ordine o che rappresentino i fatti di nessuna persona segnalata o antica o moderna; ed io per me non l’ho mai intese, né anche, per dimanda che si sia fatta, ho trovato chi l’intenda.
Tutte le opere di Giorgione
da L’opera completa di Giorgione, presentazione di Virgilio Lilli ; apparati critici e filologici di Pietro Zampetti. – Milano, Rizzoli, 1968. (Classici dell’arte ; 16), pp. 85-96. [senza data]
- Strumenti vari, medaglioni e tabelle – Castelfranco Veneto – Affresco (attibuita)
- Sacra conversazione – Venezia, Galleria dell’Accademia – 51×81 (attibuita)
- Giuditta – San Pietroburgo, Ermitage – 144×66,5 (autografa)
- L’adorazione dei Magi – London, National Gallery – 29×81 (attribuita)
- L’adorazione dei pastori (cd. Adorazione Beaumont; Natività Allendale) – Washington, National Gallery – 89×111,5 (autografa)
- L’adorazione dei pastori – Vienna, Kunsthistorisches Museum – 91×115 (attribuita)
- Madonna col Bambino – San Pietroburgo, Ermitage – 44×36,5 (attribuita)
- Madonna leggente – Oxford, Ashmolean Museum – 76×60 (autografa)
- Madonna in trono col Bambino, fra i santi Liberale e Francesco (cd. Pala di Castelfranco) – Castelfranco Veneto, Chiesa arcipretale di san Liberale – 200×152 (autografa)
- Ragazzo con freccia – Vienna, Kunsthistorisches Museum – 48×42 (attribuita)
- Pastore con flauto – Hampton Court, Collezioni reali – 61×51 (attribuita)
- La tempesta – Venezia, Gallerie dell’Accademia – 82×73 (autografa)
- I tre filosofi – Vienna, Kunsthistorisches Museum – 123,5×144,5 (con aiuti)
- Paesaggio al tramonto (cd. Il tramonto; Enea e Anchise) – Londra, National Gallery – 73,3×91,5 (attribuita)
- Veduta di Castelfranco e pastorello – Rotterdam, Museum Boymans-van Beuningen – 20×29 (autografa)
- Ritratto di vecchia – Venezia, Gallerie dell’Accademia – 68×59 (autografa)
- Venere dormente – Desdra, Gemäldegalerie – 108,5×175 (con collaboratori)
- Ritratto di giovane uomo (cd. Ritratto Giustiniani) – Berlino, Staatliche Museen – 58×46 (autografa)
- Ritratto di guerriero, di profilo – Vienna, Kunsthistorisches Museum – 72×56,5 (attribuita)
- Autoritratto – Braunschweig, Herzog Anton Ulrich Museum – 52×43 (attribuita)
- Cristo portacroce e manigoldo – Venezia, Scuola di san Rocco – 70×100 (attribuita)
- Ritratto di antiquario – Londra, Collezione Lansdowne – 75×66 (attribuita)
- Cristo morto sorretto da un angelo – New York, Collezione privata – 76×63 (attribuita)
- Due donne e un uomo (cd. Trio; Il richiamo) – Detroit, Institute of Arts – 84×69 (con collaboratori)
- Madonna col Bambino fra due santi – Madrid, Prado – 92×133 (dubbia attribuzione)
- Cavaliere di Malta – Firenze, Uffizi – 80×64 (dubbia attribuzione)
- Concerto – Firenze, Pitti – 108×122 (dubbia attribuzione)
- Cristo e l’adultera – Glasgow, Corporation galleries – 137×180 (dubbia attribuzione)
- Concerto campestre – Parigi, Louvre – 110×138 (dubbia attribuzione)
- Le tre età dell’uomo – Firenze, Pitti – 62×77 (dubbia attribuzione)
- Concerto – Hampton court, Collezioni reali – 76×99 (dubbia attribuzione)
- Giovane uomo (cd. Il cantore appassionato) – Roma, Galleria Borghese – 102×78 (dubbia attribuzione)
- Suonatore di flauto (cd. Un cantore) – Roma, Galleria Borghese – 102×78 (dubbia attribuzione)
- Sansone deriso – Milano, Collezione Mattioli – 86×70 (dubbia attribuzione)
-1505 –
- Mosè alla prova del fuoco – Firenze, Uffizi – 89×72 (attibuita)
- Il giudizio di Salomone – Firenze, Uffizi – 89×72 (attibuita)
- Sacra Famiglia (cd. Madonna Benson) – Washington, National Gallery – 45,5×36,5 (autografa)
-1506 –
- Ritratto di giovane donna (Laura) – Vienna, Kunsthistorisches Museum – 41×33,5 (autografa)
-1508 –
- Nudo di giovane donna – Venezia, Gallerie dell’Accademia – 250×140 (autografa)
- Busto d’uomo (cd. Ritratto Terris) – San Diego (California), Fine Arts Gallery – 30×26 (attribuita)
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