Caravaggio e Caravaggeschi a Firenze
Dal 22 maggio al 10 ottobre 2010, la Galleria Palatina di Palazzo Pitti ospiterà la mostra Caravaggio e Caravaggeschi a Firenze. La mostra rientra tra gli eventi patrocinati dal Comitato Nazionale IV Centenario della Morte di Caravaggio.
(dal sito della mostra)
Da dove nasce l’idea di associare Caravaggio e Firenze?
Già intorno alla fine del Cinquecento giunsero agli Uffizi splendidi dipinti del Caravaggio, il Bacco e la Medusa; e altri (due se non tre) i Granduchi, ne acquisirono nel tempo, rivelandosi precoci e convinti estimatori – soprattutto Cosimo II – del controverso pittore lombardo e dei suoi seguaci e imitatori.
Artemisia Gentileschi (1593-1653), Battistello Caracciolo (1578–1635), Theodor Rombouts (1597-1637), Gerrit van Honthorst (1590-1656), Bartolomeo Manfredi (1582-1622) e Jusepe Ribera detto lo Spagnoletto (1591-1652) diedero luogo a un’intensa “stagione” caravaggesca che sedimentò un numero straordinario di dipinti alla corte e nella città che ancora oggi vanta, dopo Roma, la più cospicua raccolta di quadri caravaggeschi al mondo.
Nei dipinti caravaggeschi troviamo grande realismo nel riprodurre le figure, rappresentate generalmente su uno sfondo monocromo, e illuminate da una luce violenta.
Proprio Gerrit Honthorst (l’Adorazione dei pastori, oggi agli Uffizi, sia pure fortemente danneggiata dalla bomba di via dei Georgofili del 1993), insieme a Cecco del Caravaggio (la Resurrezione di Cristo, Art Institute di Chicago) e allo Spadarino, è il protagonista di un episodio tra i più importanti di ricezione della pittura caravaggesca al di fuori di Roma, ovvero la decorazione della Cappella Guicciardini di Santa Felicita – progettata ma mai completata – della quale si intende offrire per la prima volta una ricostruzione virtuale.
Ecco il giudizio sui caravaggeschi dato da Giovanni Pietro Bellori ne Le vita de’ pittori, scultori e architetti moderni, 1672:
[…] invaghiti molto dalla sua maniera l’abbracciavano volentieri, poiché senz’altro studio e fatica si facilitavano la via al copiare il naturale, seguitando li corpi vulgari e senza bellezza. Così sottoposta dal Caravaggio la maestà dell’arte, ciascuno si prese licenza e ne seguì il dispregio delle cose belle, tolta ogni autorità all’antico e a Rafaelle, dove per la commodità de modelli e di condurre una testa dal naturale, lasciando costoro l’uso dell’istorie, che son proprie de’ pittori, si diedero alle mezze figure, che avanti erano poco in uso. Allora cominciò l’imitazione delle cose vili, ricercandosi le sozzure e le deformità come sogliono fare alcuni ansiosamente: se essi hanno a dipingere un’armatura, eleggono la più rugginosa, se un vaso, non lo fanno intiero, ma sboccato e rotto, si fermano con tutto lo studio sopra le rughe e i difetti della pella e dintorni, formando le dita nodose, le membra alterate da morbi.
Su Caravaggio e i Caravaggeschi:
Quando: dal 22 maggio al 10 ottobre 2010
Dove: Galleria Palatina di Palazzo Pitti e Galleria degli Uffizi – Firenze
Sito web: www.unannodarte.it
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Quarto centenario della morte di Caravaggio dice,
Scritto il 25 Marzo 2010 alle ore 12:28
[…] la mostra “Caravaggio e Caravaggeschi a Firenze“, con la quale anche la città toscana intende omaggiare il genio di Caravaggio: clicca qui per maggiori informazioni. […]