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46° ciclo rappresentazioni classiche a Siracusa


Dall’8 maggio al 20 giugno 2010, il Teatro Greco di Siracusa ospita il 46° ciclo di rappresentazioni classiche.

 

Le tragedie scelte per le rappresentazioni del 46° Ciclo sono Aiace di Sofocle, per la regia di Daniele Salvo, con Maurizio Donadoni nel ruolo del protagonista e Fedra (Ippolito portatore di corone) di Euripide, per la regia di Carmelo Rifici, con Elisabetta Pozzi nel ruolo di Fedra. I due drammi saranno rappresentati a giorni alterni fino al 20 giugno 2010.

Sofocle, Aiace

Exekias, Anfora con il suicidio di Aiace 550-30 a.C. (dal sito INDA)

Scritto probabilmente intorno al 450 a.C. (la datazione è incerta), l’Aiace ha come protagonista l’eroe omerico che di quel mondo arcaico mantiene intatti la forza, il carattere, il sistema di valori. Aiace crede di sterminare i suoi compagni, li guarda in faccia mentre li tortura dentro la sua tenda non sapendo di aver ucciso bestiame al loro posto, grazie all’intervento di Atena che lo confonde con immagini false e illusorie: la violenza efferata di Aiace si mescola alla “follia” instillata dalla dea culminando, dopo il “risveglio” alla realtà, nell’unico esito possibile agli occhi dell’eroe, il suicidio.

Sulla tragedia di Sofocle, leggi questo articolo di Guido Paduano.

Per il testo con originale e traduzione:

Euripide, Fedra (Ippolito portatore di corone)

Questo dramma, scritto da Euripide, fu rappresentato nel 428 a.C. Nonostante il titolo originale sia Ippolito portatore di corone, la protagonista indiscussa è l’indimenticabile figura femminile: Fedra. Ma questa “Fedra” euripidea – destinata ad incidere profondamente nel teatro e nella letteratura occidentale attraverso numerose “versioni” (Seneca, Racine, D’Annunzio, Ritsos, Cvetaeva…) – è essa stessa una riscrittura, concepita dal drammaturgo a seguito di un Ippolito velato che sembra non avesse riscosso l’approvazione degli spettatori ateniesi per l’immoralità di Fedra e delle sue proposte dirette e sfrenate al figliastro (che per questo si copriva il viso inorridito, da cui l’epiteto “velato”). La seconda versione, con cui Euripide vinse l’agone drammatico, testimonia dunque, in qualche misura, un dialogo tra il drammaturgo e la città, e trasforma il vincolo in occasione divenendo un “capolavoro della reticenza” proprio nell’episodio in cui Fedra confessa i suoi sentimenti alla nutrice.

Sulla tragedie di Euripide, leggi questo articolo di Guido Paduano.

Due saggi e il testo di Euripide:

(dal sito INDA)

In questi drammi la follia non si manifesta semplicemente come una malattia che si espande e porta alla morte; non avrebbe lo stesso potere di annientare i protagonisti se non si unisse ad un altro elemento, ad un secondo leit motiv che li attraversa, pur in modo diverso: la vergogna, il pudore, il rapporto con la comunità che ne misura costantemente gli sguardi e l’opinione. E lo fa a tal punto da compensare l’onore irrimediabilmente perduto con il gesto estremo del suicidio: la vergogna supera la colpa.

Fedra e Aiace lasciano rispettivamente la scena circa a metà della tragedia (Aiace al verso 632; Fedra al verso 731), ma il loro potere di influenza, la loro centralità nell’architettura del dramma rimane immutata, se non persino amplificata

Informazioni

Informazioni: via Cavour, 48 – 96100 Siracusa – tel. +39 0931 487248 – lun-ven 10.00/13.00 e 15.00/17.00

Casina Cuti – tel. 0931 464386 – lun-dom 10.00/16.00

Numero verde 800.542.644

e-mail: info@indafondazione.org – biglietteria@indafondazione.org

sito web: www.indafondazione.org

Prevendita telefonica: con carta di credito – Numero verde 800.90.70.80

Biglietteria on line: www.helloticket.it

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